Tentò di uccidere l’ex compagna, Pellegrino Crisci ha scelto il rito abbreviato. Inoltre, il legale ha chiesto di poter depositare una documentazione in merito alla sua condizione mentale.
Nel prossimo procedimento davanti al Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Avellino, presieduto da Giulio Argenio, sarà esaminata una relazione concernente lo stato di salute mentale di Crisci. La difesa, anticipando possibilmente una futura richiesta di perizia psichiatrica (sebbene non ancora formalizzata in aula), ha ottenuto il permesso dal Giudice di depositare una relazione proveniente dal carcere riguardante le condizioni mentali dell’imputato, oltre a documentazione relativa al suo stato di salute. Questi documenti saranno oggetto di valutazione il prossimo 10 maggio.
Sono diversi i capi di imputazione avanzati dal Pubblico Ministero Luigi Iglio, della Procura di Avellino, basati sulle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino. Il quarantenne è assistito dagli avvocati Gaetano Aufiero e Carmine Procentese, mentre la parte civile, rappresentata da Michela Prencipe, è difesa dall’avvocato Nicola D’Archi.
Crisci, detenuto nel carcere di Agrigento, è stato accusato dalla Procura di Avellino di tre tentati omicidi e una serie di altri reati, dopo aver sparato diversi colpi di pistola alla sua ex compagna, Michele Prencipe, il 19 giugno scorso. La donna è riuscita a sfuggire all’aggressione, ma le minacce da parte di Crisci sono continuati anche dal carcere, sia attraverso chiamate da un cellulare scoperto dagli inquirenti csia tramite lettere. La Procura ha chiuso le indagini con nuovi capi di imputazione, concentrandosi su tre episodi principali. Il primo coinvolge il tentato omicidio di Michele Prencipe, ferita durante l’aggressione avvenuta ad Avella e successivi episodi. Il secondo riguarda un uomo colpito da Crisci con diversi colpi d’arma da fuoco il medesimo giorno. Il terzo episodio coinvolge i Carabinieri della Compagnia di Baiano, minacciati da Crisci durante la sua fuga.
Crisci era già sottoposto agli arresti domiciliari per maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna.L’ imprenditore del settore automobilistico, di Sirignano era sottoposto alla misura perché il 6 dicembre del 2021 aveva aggredito la sua ex compagna, con un coltello, dopo averle rotto il naso. L’uomo era anche finito nel carcere di Poggioreale nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli, unitamente a Bernando Cava detto Aldo. Entrambi erano accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore del Mandamento. Misura poi annullata dal tribunale del Riesame.
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