Terremoto: dalla generosità della popolazione ai ritardi dello Stato. Il ricordo della politica – IL CIRIACO

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Il mondo della politica ricorda quei tragici momenti di quarant’anni fa quando il terremoto colpì la Campania e la Basilicata. Dai livelli locali a quelli nazionali, in molti vogliono commemorare il quarantennale del sisma, a cominciare dal Presidente della Camera, Roberto Fico che ricorda i «90 secondi che segnarono irrimediabilmente la vita di migliaia di persone e vaste zone della Campania e della Basilicata – spiega. Tremila furono le vittime, più di ottomila i feriti, trecentomila gli sfollati: numeri che fotografano in modo spietato quella che fu una tragedia immane, il più grande terremoto degli ultimi cento anni in Italia». Il Presidente della Camera elogia la mobilitazione nazionale e il senso di solidarietà verso le popolazioni colpite, ma sottolinea che «la risposta dello Stato non fu all’altezza – spiega Fico. Tardive furono le operazioni di soccorso e faticosa e di esasperante lentezza fu la fase della successiva ricostruzione, accompagnata tra l’altro da una lunga sequela di inchieste giudiziarie e parlamentari». Fico sottolinea anche come episodi simili si siano verificati anche in altre parti del Paese nel corso degli anni: «L’Italia ha rivissuto più volte il dramma della distruzione e della devastazione che la forza di un terremoto può provocare. E in ogni occasione sono emerse carenze infrastrutturali e tutta la fragilità del nostro territorio che non siamo ancora stati in grado di mettere in sicurezza». Per questa ragione bisogna investire con forza nella direzione «della prevenzione e della sostenibilità ambientale, della tutela e della rigenerazione è una priorità assoluta. In questa chiave misure come il sisma-bonus assumono un valore strategico che va al di là del suo impatto economico. Serve investire ora, come indicato dal Parlamento nei suoi atti di indirizzo in vista dell’elaborazione del Piano per la ripresa e la resilienza», spiega Fico.

Al ricordo di quei tragici momenti si aggiunge anche il vice Presidente della Camera, Ettore Rosato che parla di «catastrofe più grande della storia repubblicana del nostro Paese». Ma il coordinatore nazionale di Italia Viva sottolinea anche quella «ricostruzione mai finita, piena di errori e di approfittatori. Oggi ricordiamo questa immane tragedia che, oggi come allora, ci lascia un grande dolore nel cuore. E guardiamo quella terra, ai suoi giovani in particolare con tanta speranza e con tanta fiducia», conclude Rosato.

Anche il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca ricorda l’evento catastrofico che causò «migliaia i morti, danni immensi e intere comunità sconvolte. Come sempre in Italia, di fronte alle grandi tragedie è emerso il meglio e il peggio del nostro Paese – sottolinea. Sono emersi nel corso degli anni i comportamenti non lineari, elementi di speculazione, ritardi burocratici. Ma è stata anche una vicenda che ha portato alla luce un grande Paese, la generosità di volontari e cittadini. Un’onda di solidarietà da parte di tanti nostri concittadini delle regioni d’Italia. Migliaia di famiglie hanno pianto i propri caduti, ricordiamo quegli episodi, quei paesi distrutti, il dolore di quei mesi e il sacrificio di tanti. Noi rivolgiamo il nostro pensiero a quelli che hanno perduto la vita. Abbiamo fatto di tutto in queste settimane per portare a conclusione, dopo 40 anni, problemi amministrativi che erano rimasti sospesi».

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris sottolinea come quel disastro naturale si trasformò in «calamità anche politica e camorristica per la speculazione che c’è stata sulla ricostruzione, su come è stato gestito quel fiume di denaro pubblico». Quel sisma «è sotto certi aspetti una calamità permanente, con ferite gravi ancora oggi – spiega De Magistris. Di quel periodo di commissariamento dell’emergenza terremoto ne paghiamo le conseguenze anche noi oggi perché, il debito principale del Comune di Napoli, risale proprio al post terremoto». Il primo cittadino di Napoli, però, ricorda anche quella grande rete di solidarietà che «ha unito le nostre popolazioni. Come dimenticare quella figura così rappresentativa di Sandro Pertini quando venne a visitare i luoghi del disastro. I grandi popoli rinascono anche da grandi tragedie».

Da un primo cittadino agli altri. Anche il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, oltre a ricordare quegli attimi terribili di quanto lui era piccolo, ha voluto sottolineare l’unità che ci fu tra le persone «quell’amore e quel senso di comunità che ci hanno fatto fare la differenza allora e che devono farcela fare anche questa volta» e che per il primo cittadino va assolutamente ritrovato anche oggi.

Da Benevento, invece, il sindaco Clemente Mastella, ricorda un aneddoto di quei tristi giorni. «Era San Clemente. Io ero a casa, al quarto piano, in via Calandra, con alcuni amici, venuti a farmi gli auguri. Poi, alle 19.34 uno spaventoso boato: la tragedia del terremoto. Lentamente e con preoccupazione per il buio ed eventuali ponti caduti, ci avviammo con Sandra ed i miei figli verso San Giovanni. Riuscii a telefonare, per quei 5 minuti che il telefono funzionò, a De Mita e concordammo che lui e gli altri parlamentari avellinesi restassero nei luoghi del disastro e io a Roma, dove il giorno dopo, alla Camera dei deputati, intervenni per chiedere immediati interventi per la tragedia che per la Campania e la Basilicata, Avellino più di tutti, fu come quella delle Torri gemelle. Ricordo oggi con riverenza quei morti e mi unisco al dolore delle loro famiglie».



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