Tommasetti: diritto allo studio, mensa più cara e programmazione in ritardo

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Il consigliere regionale della Campania della Lega, Aurelio Tommasetti, boccia la programmazione 2023/2024 concernente il diritto allo studio universitario. Il suo è stato l’unico voto contrario nella seduta odierna della VI Commissione Consiliare “Istruzione e cultura”, convocata proprio per discutere gli interventi in vista del prossimo anno accademico.

In primis nella programmazione spicca l’aumento delle tariffe per la ristorazione – sottolinea Tommasetti – nella prima categoria si passa da 2 a 2,50 euro per un pasto tradizionale, da 1,50 a 2 euro per quello alternativo. Nella seconda categoria il pasto tradizionale aumenta da 3 a 3,50 euro, quello alternativo da 2,50 a 3 euro. Contestualmente, ai beneficiari di borsa di studio e fuori sede la trattenuta per i due pasti giornalieri completi aumenta a 1500 euro (era 1400) e aumenta a 800 euro per un solo pasto (era 700). Lo stesso dicasi per i beneficiari di borsa di studio pendolari la cui trattenuta per un solo pasto completo passa da 700 a 800 euro. Aumenti che si abbattono sugli studenti nonostante i gravi disagi economici di molte famiglie. Una misura punitiva mentre paradossalmente gli amministratori Adisurc hanno facoltà di raddoppiarsi gli emolumenti”.

 

Tommasetti attacca anche sul mancato rispetto dei tempi: “Il documento doveva essere approvato entro maggio per consentire all’Azienda per il diritto allo studio universitario di adottare in tempo il bando per le borse di studio universitarie e dare tutte le informazioni agli studenti. Questi ultimi avranno di fatto meno tempo per conoscere il nuovo bando, rispetto alle altre Università del Paese, e per presentare la domanda”.

Non manca un passaggio sulle residenze: “Persiste una grave criticità della Regione Campania anche relativamente ad un servizio fondamentale per il diritto allo studio universitario qual è quello abitativo, specie con riferimento all’attrattività delle Università campane nei confronti degli studenti che risiedono in comuni lontani dalle sedi universitarie e non assistiti da un efficiente servizio di trasporto pubblico. A Salerno su circa 700 alloggi disponibili ne sono stati assegnati solo 355, che paradossalmente sono comunque di più del resto di quelli individuati per tutte le altre Università campane (297)”.


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