Giannandrea De Cesare torna ad Avellino e torna a parlare. L’imprenditore partenopeo, dopo mesi di silenzio, è stato intercettato presso il Tribunale di Avellino, nel quale si era recato per la questione legata al sequestro dei suoi beni.
Queste le sue parole ai giornalisti presenti: “Sono in imbarazzo: non posso rispondere essendoci dei procedimenti in corso, e ancor di più per il fatto che non posso gestire io le sorti di queste società in questo momento. Sicuramente c’è molto dispiacere. Avrei fatto di tutto affinché tutto questo non accadesse. Seguo le vicende dello sport irpino con dolore, perché mi dispiace“.
La piazza ha mosso aspre critiche nei confronti di De Cesare soprattutto per il suo silenzio, quasi come volesse scappare: “Mi dispiace che i tifosi pensino mi volessi nascondere, invece era solo rispetto nei confronti di chi sta indagando“.
Questo il suo pensiero sulle società sportive biancoverdi: “L’Us Avellino in mano a D’Agostino? Indipendentemente da chi la gestisce deve essere la squadra della città e deve seguire il percorso nel migliore dei modi, che sia portata avanti col massimo impegno. La Scandone? Sono tra i primi tifosi, ho dispiacere per quello che è successo, non tutto dipende da me: ci sono delle circostanze, non sempre si è padroni del proprio destino. La Scandone fa riferimento alla Sidigas, ma in questo momento non sono io a gestirla. Mi sento sempre in colpa per Avellino e Scandone: si sarebbe potuto fare di più e meglio“.
Inevitabile la domanda sull’opzione call attraverso la quale la Sidigas ad ottobre potrebbe diventare nuovamente proprietaria dell’Us Avellino: “L’eventuale opzione in questo momento non può essere esercitata da me, fare previsioni in questo momento sarebbe sbagliato“.
Infine sull’udienza di stamattina: “Credo ci sia un termine massimo entro il quale il Tribunale si deve esprimere. Non sono stato ascoltato io, sono i legali che hanno intrapreso tutte le azioni del caso“.
