Trattori in corteo in città, riprende la protesta del mondo agricolo. La mobilitazione è stata organizzata dal Comitato Agricoltori Avellinesi Media Valle del Sabato per richiamare l’attenzione sulla grave crisi che attraversa il settore primario. I trattori si sono ritrovati nel primo pomeriggio in Piazzale degli Irpini, per poi attraversare il centro città, seguito da un presidio in Piazza Kennedy e una camminata a piedi verso Piazza Libertà. Al fianco degli agricoltori anche diversi sindaci della provincia.
“Il 19 marzo – annuncia Roberto Lauro, esponente del Comitato Agricoltori MVS – saremo a Roma per sottoporre le nostre richieste all’attenzione del Governo e ottenere l’istituzione di un tavolo tecnico. É importante che i sindaci, e l’intera provincia, siano al nostro fianco in questa difficile battaglia”. La protesta è ripresa a distanza di circa un anno. “In questo lasso di tempo non è cambiato nulla, anzi le nostre difficoltà sono aumentate tra l’indifferenza generale”.
Diverse i punti di crisi al centro della giornata di mobilitazione: sicuramente le difficoltà della aziende, ma anche la presenza incontrollata della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, causa, non di rado, di ingenti danni nei terreni, con pesanti ricadute sulla produzione. A tutto ciò si aggiungono la difficoltà nel reperire manodopera, l’aumento delle spese, a partire dal costo del carburante, e la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero, non sembra in linea con i disciplinari di settore.
Se, a detta degli organizzatori, la Regione Campania resta ferma, cresce il supporto delle istituzioni locali, come dimostrato dall’adesione di molti sindaci, attraverso la firma di petizioni a sostegno della causa. Rispetto allo scorso anno, il movimento si è meglio strutturato e coordinato a livello nazionale, coinvolgendo tutto il Paese su un fronte unico di lotta che ora si trasferirà a Roma.
“Siamo in piazza – protestano gli agricoltori – per tutelare tutti i cittadini. Mangiare sano è un diritto di tutti che diventa difficile tutelare per le difficoltà nelle quali siamo costretti ad operare da troppo tempo. Crediamo che tutti, ognuno per la propria parte e le proprie competenze, debbano impegnarsi per salvaguardare l’agricoltura italiana e, quindi, il futuro dei nostri figli”.