“Non c’è altra strada che quella che ha portato alla nascita del secondo governo Conte per contrastare la destra della Meloni che si è consegnata ai poteri forti senza nemmeno combattere”. Lo ribadisce con forza il giornalista Marco Travaglio nel presentare lo spettacolo “I migliori anni della nostra vita”, in scena il 24 gennaio, alle 21, al Teatro Gesualdo. “Quella che propongo è una passeggiata in questi ultimi anni di politica, a partire dalle figuracce dell’ attuale governo. Ci interrogheremo sul perchè a guidare il paese c’è oggi la Meloni, su chi li ha mandati al governo. C’è un disegno ben preciso dietro la vittoria della destra alle scorse elezioni, riconducibile ai poteri forti internazionali che chiedono governi che possano obbedire loro ciecamente. Le rare volte in cui i governi italiani non hanno obbedito alle tecnocrazie sono stati mandati a casa. Ce lo insegnano il primo governo Prodi fatto cadere perchè non volle bombardare Belgrado o il primo governo Conte punito per non aver obbedito a certi interessi forti. I poteri finanziari si sono ripresi l’Itali dapprima a con Draghi e, poi, con la Meloni che si è consegnata loro senza nemmeno combattere. Naturalmente tutto viene raccontato in mnaiera ironica, l’accento è posto sugli aspetti più ridicoli e contraddittori che hanno caratterizzato l’Italia degli ultimi anni. Il paradosso è che ci dicono che siamo in mano ai sovranisti quando invece non è così, mai come in questo momento abbiamo una sovranità limitata”
Quali danni ha prodotto la Destra al potere?
“Insomma, si sono impegnati parecchio e hanno già prodotto notevoli danni, malgrado siano al potere da solo un anno, nemmeno Attila è riuscito a fare tanto. Non dimentichiamo che sono i figli di Berlusconi, si parla di destra nuova ma è la stessa destra berlusconiana. Del resto, se si escludono i detenuti e i deceduti sono esattamente gli stessi, solo un po’ invecchiati, compresi Meloni e Salvini. Non c’è nulla di nuovo, né hanno prodotto qualcosa di nuovo. L’unica novità è che mentre Berlusconi, in politica estera, aveva un atteggiamento più ambiguo, ora accontentava gli americani, ora, in certe questioni era filo Putin, ora chi è al governo obbedisce solo agli americani. Continueranno a obbedire anche quando gli americani avranno smesso di dare gli ordini”
Nel suo spettacolo-racconto sottolinea come ogni tentativo di cambiamento sia stato stroncato sul nascere in Italia
Il primo a promettere grandi cambiamenti è stato Renzi che aveva capito che gli italiani volevano cambiare tutto. Il Pd si è affidato a lui che si è presentato come il rottamatore, ma è finito quando Napolitano ha letto la lista dei ministri. Alla giustizia Renzi aveva proposto Nicola Gratteri, Napolitano glielo ha depennato e lo ha rispedito fuori. formattatato agli interessi dei potenti. E’ entrato rottamatore ed è uscito restauratore. E così Renzi non solo non ha cambiato niente, non solo si è rimangiato il suo programma di rottamazione ma ha finito per copiare Berluscono, è riuscito a fare quelle cose che Berlusconi non era riuscito a fare. Ha stravolto l’articolo 18 della Costituzione, ha chiesto un condono sulle frodi fiscali per salvare lo stesso Berlusconi. E’ stato prima un Berluscon giovane e, poi, un Berlusconi che non ce l’ha fatta. Il cambiamento lo hanno, poi, incarnato i 5 stelle, nella prima legislatura si è fatto in modo di non mandarli al governo con un’ammucchiata. La seconda volta, dati i numeri, non era più possibile non mandarli al govero, e si è giocato di fino sul ‘divide et impera’ con il risultato di farli cadere. Alla fine l’ordine è stato ristabilito con Draghi, che è come i parrucconi del congresso di Vienna dopo Napoleone e la rivoluzione francese che hanno spento qualsiasi speranza di cambiamento. E’ stato restaurazione pura, la stessa Meloni che appariva come come una grillina di destra, come Pierina la peste, si è piegata al vento. Ha capito che se non si metteva daccordo con Baiden e Fonderlein l’avrebbero fatta fuori”
Ha sempre portato avanti battaglie per la libertò d’informazione. Oggi esiste ancora questa libertà?
“Fare informazione è sempre più difficile per i bavagli che si mettono ai giornalisti, se si toccano interessi forti si viene ricoperti dirichieste di risarcimenti per danni, quella che per i piccoli giornali o giornalisti è una forma di intimdazione. Ma quello che è veramente preoccupante è che in questo modo si genera una forma di autocensura. Se dieci anni fa quando si tentava di mettere il bavaglio all’informazione c’erano proteste di piazza, oggi sono gli stessi giornalisti a difendere i bavagli. La destra al potere sta facendo una serie di leggi che renderanno sempre più difficile scrivere di cronaca giudiziaria, si segreta o questo o quest’altro, con il risultato di non riuscire più a capire perchè stato arrestato un personaggio o un altro. Toreneremo ai desparecidos, alle persone che scompaiono misteriosamente, senza sapere perchè. Quello che causa amarezza è che, a parte i rappresentanti istituzionali che stanno facendo un buon lavoro e hanno rivolto un appello a Mattarella perchè non firmi la legge Bavaglio e pochi altri giornalisti, tutti gli altri sono d’accordo. Il bavaglio diventa un ottimo alibi: se non scrivi notizie, puoi giustifcarti dicendo che è vietato dalla legge. Da parte mia, sono pronto a sfidare i bavagli, a fare obiezione di coscienza. Ho scelto il mestiere di giornalista spinto dal desiderio di rivelare cose segrete, ciò che viene nascosto all’opinione pubblica. E’ chiaro che bastano gli uffici stampa per parlare bene del potere, non c’è bisogno di democrazia. I giornali restano aperti anche in Russia sotto Putin. Tutto è più difficile, invece, quando si critica il potere. Il dato di fatto è che molti dei nostri colleghi non si ricordano più perchè fanno i giornalisti, altrimenti saremmo tutti in piazza tutti i giorni, in difesa dell’articolo 21 della Costituzione. La stessa Corte di Strasburgo ha riconosciuto il diritto di scrivere di tutto, anche dei segreti di Stato, se sono di interesse pubblico. Se tutti violassimo ogni forma di bavaglio non sembreremmo i soliti fanatici ma i Tribunali sarebbero costretti a riconoscere quello che è un diritto sancito anche dall’Europa. Dovremmo ribellarci tutti, sia a destra che a sinistra, poichè si tratta di un diritto che riguarda l’essenza stessa del nostro mestiere, della nostra missione”
L’autonomia differenziata rischia di essere un pericolo per il Sud?
“Non ci sono dubbi che il Mezzogiorno sarà penalizzato, l’autonomia differenziata è la nuova versione della secessione o della devoluzione, con i ricchi che si tengono i loro soldi, senza che ci sia un’equa distribuzione delle risorse. Il Sud, a sua volta, non è esente da colpe, le cattive gestioni sono anche colpa delle classi dirigenti elette e rilette più volte. Sarà una secessione strisciante delle regioni ricche rispetto a regioni proveri, cominciata con la sciagurata riforma delle Regioni a cui sono stati attribuiti poteri sbagliati, se è vero che abbiamo venti sanità in Italia. Basti pensare che il Veneto approverà, presto, una norma sul fine vita, avremo una situazione come quella degli Stati Uniti in cui in alcuni Stati è in vigore la pena di morte, mentre in altri viene considerata illegale. Il rischio è che uno stato fragile come il nostro, abbastanza recente, con appena 150 anni di storia alle spalle possa saltare in aria. La speranza è che non vada in porto questa riforma proprio come quella sul premierato”
Da cosa deve partire il Mezzogiorno per rinascere?
“Il Sud dovrebbe partire da classi dirigenti rinnovate, non si può continuare a votare chi era nelle fila della Dc, poi è passato a Forza Italia o alla Lega fino ad arrivare a Fratelli d’Italia. C’è bisogno di uno svecchiamento, di un rinnovamento. Chi ha fallito deve andare a casa, gli elettori dovrebbero votare liberamente e mettere da parte la logica del voto di scambio. E’ un cane che si morde la coda, se non ci sono sviluppo e occupazione, si continuerà a chiedere ciiò che ci spetta come diritto come se fosse un favore, in cambio del voto. Fino a che il voto sarà controllato e non libero sarà difficile cambiare. Ecco perchè sono favorevole ai limti dei mandati, l’idea dei 5 stelle dei 2 mandati è fin troppo permissiva, c’è chi sostiene che i due mandati dovrebbero essere alternati, altrimenti si rischia di usare i voti ottenuti dagli eletti per otterne un altro mandato. Se non si fissa un tetto massimo di due mandati, non ci sarà nei partiti la forza di rinnovarsi, se ci sono rappresentanti che garantiscono un certo pacchetto di voti, si farà in modo che siano sempre rieletti”
Il campo largo può essere la strada per sconfiggere la destra?
“Non ho mai capit, cosa sia il campo largo, nasconde formule che non sono praticabili, soprattutto se parliamo di un campo che va da Renzi a Fratoianni. Del resto, Renzi e Calenda hanno già detto che non sono favorevoli a simili alleanze. E’ chiaro che sono solo stampelle del governo Meloni, sono loro ad aver proposto le peggiori leggi sulla giustizia, inutile inseguirli. Deve essere chiaro, invece, agli elettori che chi vota centro è come se votasse per la Meloni. L’unica alternativa è quella realizzata con il secondo governo Conte. E’ chiaro che il leader sarà chi avrà più consenso, Conte se vinceranno i 5 Stelle, Schlein se vincerà il Pd, anche se nel Pd lo sport nazionale è tirare giù i segretari. Continuo ad essere convinto che, malgrado i suoi limiti, la Schlein sia l’unica possibilità per un Pd meno indecente”
Floriana Guerriero
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