Tre idee per la scuola. La mozione sarà portata al primo consiglio regionale dal capo dell’opposizione Stefano Caldoro e porta la firma del sindaco di Chiusano San Domenico Carmine De Angelis. “Il cambiamento richiede adattamento non chiusura, è necessario coordinare azioni, programmare soluzioni. Per farlo riteniamo utile offrire tre proposte tese tanto alla salute quanto alla salvaguardia del diritto allo studio”.
1) No a sospensione attività didattiche generali.
La didattica a distanza è una conquista e tuttavia in questi mesi da parte del Governo regionale nulla è stato fatto per rafforzare in termini di sicurezza tutti gli istituti. Così come non tutte le famiglie hanno la avuto la possibilità di avere computer o connessioni internet performanti. È evidente che il diritto/dovere del servizio scolastico a distanza non può essere esercitato con gli attuali mezzi, strutture e infrastrutture a disposizione. Se il problema dei contagi a scuola è minimo, i dati forniti dalla Regione devono essere letti in termini giornalieri non complessivi, allora l’operazione “didattica a distanza (DAD)” deve essere potenziata nelle fasi prossime ai soli istituti superiori. Dove cioè il problema della “distanza fisica”, “distanza interpersonale” è più gestibile e meno improvvisata. Questa azione strategica di compensazione e sostegno agli alunni non solo mira a decongestionare il flusso specie dei trasporti ma anche a realizzare effettivi percorsi formativi strutturati e non improvvisati, in grado di integrare, arricchire e supportare la didattica curriculare.
2) Il fuori è il vero spazio del contagio non dentro la scuola: potenziare i trasporti.
In questo periodo la didattica a distanza, senza dubbio, aiuta ma il vero spazio del contagio sembra essere il prima e dopo l’attività didattica. In particolare la rete dei trasporti sta soffrendo enormemente la congestione e il rispetto dei protocolli di sicurezza. Pochi mezzi, poco personale per affrontare le regole. La soluzione che proponiamo è quella di avviare una Convenzione con gli operatori turistici del trasporto privato. Si potrebbe potenziare il trasporto pubblico integrandolo con quello privato utilizzando parte dei fondi europei dedicati al trasporto e potenziando la dotazione finanziaria provinciale per il trasporto su gomma. Questa soluzione non solo aiuta a limitare il contagio ma è da calmiere alla crisi dello stesso settore e al contempo garantisce il possibile rispetto delle regole di sicurezza, del distanziamento almeno in ambito scolastico.
3) Più interazione con i comuni per testare, tracciare e trattare.
La Campania è ultima per esecuzione dei tamponi, ultima per esito del trattamento, ultima per posti letti. In questo periodo, al di là delle chiacchiere e degli show, poco o niente è stato fatto per rafforzare il monitoraggio. Conoscere il virus significa anticipare la sua diffusione, individuare per tempo pratiche diagnostiche. Da soli Asl e Unità di crisi regionali non possono affrontare tale gravoso compito, né l’utilizzo di laboratori accreditati privati è la soluzione al congestionamento. La sanità è prima di tutto locale: occorre coinvolgere i comuni nella gestione pre-diagnostica. Siglando un protocollo tra Asl, Unità di crisi e Comuni, individuando voci di bilancio per la gestione diretta di fondi necessari ad uno screening di massa comunale. I comuni, tramite l’erogazione di fondi pro-capite, in unione con Asl e medici di base possono programmare controlli mirati con nuovi strumenti di diagnosi ( test veloci autorizzati, sierologici, test salivare, tamponi veloci) e accompagnare la Regione nella fase di “testaggio” e tracciamento di diffusione del virus. Tale soluzione potenzia il numero dei soggetti monitorati, contiene il flusso del contagio e offre una rete istituzionale per affrontare le fasi più cruenti di diffusioni del virus.