Truffa che va, truffa che viene: ma ora è previsto il carcere per chi raggira gli anziani

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Vita più dura, per i truffatori agli anziani. E non solo per loro. Il pacchetto sicurezza approvato in Consiglio dei ministri, e che dovrà poi passare al vaglio del parlamento, prevede un inasprimento delle pene, anche per le borseggiatrici, chi blocca le strade con il proprio corpo, chi aggredisce agenti, chi occupa abusivamente le case.

Torniamo ai truffatori seriali: l’Irpinia come il resto d’Italia è falcidiata, da questo odioso reato, architettato ad arte, facendo leva sul “cuore di nonna”, per estorcere belle somme di denaro e scappare via. L’Irpinia, dicevamo, ne conta tanti, di casi: in genere sono nonne che vengono raggiunte telefonicamente da un sedicente nipote che dice di essere nei guai e che ha bisogno di denaro per risolvere tutto al più presto. C’è chi, purtroppo, ha ceduto, consegnando denaro e gioielli, c’è chi ha avuto la prontezza di chiamare il 112 e di far smascherare al momento il truffatore e i suoi complici.

L’organizzazione parte da Napoli: le cosiddette “batterie”, centralini con telefoni intestati a persone inesistenti, usate per contattare le ignare vittime sulla base di informazioni raccolte da varie fonti. Poi ci sono i complici che agiscono attraverso auto a noleggio, magari si spacciano per avvocati del nipote e si presentano a casa per ottenere “il compenso”.  Un sistema che le forze dell’ordine sono riuscite a bucare e così decine di persone, anche qui attraverso le denunce delle vittime irpine, sono state individuate e denunciate. Ora però, pare si apra una nuova prospettiva, di tutela delle persone più fragili e di pene più severe per uno tra i reati più odiosi.

Appena nella giornata di ieri, ad Atripalda, stava per accadere un episodio simile. La donna, mentre era a pranzo, risponde al telefono: “Nonna, ciao, sono tuo nipote”. “Mio nipote chi?”. “Il più bello”, dice la voce dall’altra parte. La donna, capita l’antifona, aggredisce verbalmente l’uomo, che subito chiude la comunicazione.

Una reazione dettata dalla precedente disavventura che la stessa anziana aveva vissuto, qualche anno fa. Quella volta l’architettura truffaldina era più documentata, perché il ragazzo si presentò al telefono dicendo l’esatto nome del nipote. Ma anche in quel caso, l’operazione dei malviventi non andò in porto.

I carabinieri della compagnia di Avellino stanno diffondendo da tempo informazioni su come evitare le truffe, su come non farsi raggirare da gente senza scrupolo che si diverte alle spalle di ingenue persone. Un vademecum molto utile, che serve a gestirsi quando si è soli in casa. La conoscenza del fenomento resta l’arma migliore, assieme a quella della denuncia.

Attenti anche al nuovo trucco, rivolto questa volta alle madri. Il messaggio arriva direttamente sullo smartphone, via sms. L’ultimo, datato giovedì 26 ottobre, ad una donna: “Ciao mamma, ho rotto il cellulare, contattami su whatsapp a questo numero il primo possibile… solo whatsapp, non chiamare sul normale”. Anche una seconda donna, sempre qui ad Avellino, ha ricevuto lo stesso messaggio, appena qualche giorno fa. I truffatori, in questo caso, erano meno documentati, perché entrambe le donne non hanno figli…


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