«Abbiamo il dovere di andare oltre la semplice caccia al voto. Il Pd irpino si assume l’onere di avanzare proposte che possano rilanciare l’Irpinia e bloccare il processo di sottosviluppo che ogni anno vede andar via quattromila cittadini». E’ con questo spirito che Aldo Cennamo presenta l’idea progettuale del Distretto Biomedicale Hirpinia. Un’idea di cui il commissario provinciale del Pd aveva fatto cenno già nelle scorse settimane ma che questa mattina ha voluto presentare ufficialmente nella sede di via Tagliamento, affiancato dal dottor Cristofaro De Stefano, promotore del gruppo di lavoro che ha dato vita alla proposta, e dai candidati irpini Rosa D’Amelio, Michelangelo Ciarcia e Antonella Meninno.
«L’idea di realizzare il distretto biomedicale parte dal presupposto di utilizzare risorse del territorio scientifiche, mediche e industriali in rete con le eccellenze sanitarie, sia pubbliche che private, presenti in Irpinia, e con le Università della Campania- spiega Cennamo- Quella che proponiamo, per ora, è solo un’idea progettuale ma che ha già ricevuto molti incoraggiamenti. Il primo è quello avuto dal Presidente De Luca che ha trovato interessante la nostra proposta tanto da farne già cenno pubblicamente. Ma apprezzamenti sono arrivati da importanti centri di ricerca del territorio, come il Cnr, e dall’Università Federico II, nonché dal mondo delle imprese e del lavoro. Un progetto che si sposa in pieno con le linee di indirizzo dettate per l’accesso alle risorse europee che arriveranno grazie al contributo di un Governo, in particolare degli esponenti del Pd, che porta avanti una linea europeista. Un’ipotesi progettuale senza preclusione, aperta al contributo di tutti perché guarda allo sviluppo dell’Irpinia. Bisogna uscire da logiche di campanilismo e da piccoli egoismi per consentire alle istituzioni di dialogare tra loro e con l’Europa. Trasversalismo, trasformismo e localismo non fanno il bene di una provincia che, senza un cambio di passo, è destinata a restare vuota».
Sanità, riequilibrio territoriale, formazione e lavoro gli asset del progetto illustrato nel dettaglio da De Stefano, specializzato in fisiopatologia della riproduzione. «Ogni anno spariscono dall’Irpinia due comuni come Grottolella ed accade con una velocità unica in Campania, dieci volte superiore a quella di Napoli. Il saldo demografico irpino al 2019 segna un -1800 persone, Napoli – 653. Se la pandemia ha messo la sanità in cima all’agenda dei prossimi anni, noi dobbiamo ragionare in termini di riequilibrio territoriale che non significa dare case a basso costo o chiedere alle persone di restare in Irpinia, ma dare loro motivi e opportunità reali per vivere, lavorare e formarsi adeguatamente sul territorio. Il settore biomedicale è uno dei settori economici con la più alta potenziale di redditività perché offre possibilità concrete di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Biogem, Neuromed, Cnr, Crom, Clinica Montevergine, azienda ospedaliera “Moscati”, strutture industriali, sono solo alcune delle eccellenze del territorio che possono mettersi in rete creando un sistema virtuoso di biomedicina proprio come accaduto in altri luoghi d’Italia e del mondo». Il modello a cui guarda il progetto del Pd è quello del distretto biomedicale di Mirandola nel Modenese, al secondo posto al mondo con oltre cento industrie specializzate. «Quella biomedicale – prosegue De Stefano – è un’industria rispettosa dell’ambiente, che crea reddito e occupazione e che trova, proprio nelle linee del Recovery Fund, occasioni di finanziamento. Fondamentale la formazione e l’alta formazione che passa anche attraverso la possibilità di orientare alcune scuole superiori verso l’indirizzo biomedicale con la creazione di un istituto specialistico ad hoc che possa dare ulteriore formazione ai diplomati». Un’idea che deve inevitabilmente vedere l’interazione con tutte le Università campane, ma che riceve, anche con una presenza fisica alla conferenza stampa odierna, il place di Luigi Russo ricercatore dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione – CNR e di Gabriele Riccardi direttore dell’Unità operativa complessa di diabetologia della “Federico II” di Napoli.