Un nodo blu contro il bullismo, l’Itt Dorso protagonista

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L’Itt Dorso di Avellino in campo contro il bullismo e qualsiasi forma di violenza o discriminazione. L’occasione è offerta dall’appuntamento in programma mercoledì 7 febbraio, alle 9.30, con “Un nodo blu contro il bullismo. La realtà delle parole”, campagna nata dalla volontà di promuovere le buone pratiche da mettere in atto per prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo. A portare i propri saluti il dirigente scolastico professoressa Gabriella Pellegrini, il professore Francesco Ciampi, referente bullismo e cyberbullismo, la professoressa Amalia Nittolo, docente di religione cattolica, Velia Giorgione, ispettore dell’anticrimine  della questura di Avellino, Mirella Napodano, socia fondatrice e Past President e coordinatrice del Comitato Tecnico Scientifico della Sezione Campana di Amica Sofia, Alessandra Iandolo Issosc Avellino e Gianluca D’Argenio.

Punto di partenza della campagna “Un nodo blu contro i bullismo” i dati che attestano come i ragazzi tra i 13 e i 18 anni sono quelli potenzialmente più esposti a atti di bullismo, perpetrati soprattutto attraverso l web e i social network. In particolare 7 adolescenti su 10 – secondo una ricerca realizzata dal consorzio Miur Generazioni connesse – frequentano i social network già a meno di 14 anni. E sempre circa 7 su 10 almeno una volta si sono imbattuti in un profilo falso. Il 25% di loro riconosce di non essersi mai preoccupato della privacy dei propri dati online e il 29% dichiara di interessarsene solo saltuariamente. Sempre secondo la ricerca un solo ragazzo su 16 risulta non essere ‘connesso’ e 8 adolescenti su 10 utilizzano la chat con la famiglia, o, almeno, con uno dei genitori. Le relazioni sociali di quasi tutti i ragazzi passano ormai per gli strumenti digitali trasformandone profondamente le dinamiche. Anche all’interno dei rapporti familiari. Così WhatsApp per quasi 1 studente su 2 (il 44,2%) è utile per tenersi informati per le diverse comunicazioni di servizio e il 14,6% lo usa soprattutto per scambiarsi informazioni a distanza. Mentre per il 22,4% e’ comunque una fonte di incomunicabilità. Al tempo stesso la tecnologia risulta essere ingombrante: la metà degli adolescenti (il 50,4%), un po’ a sorpresa, lascia a casa lo smartphone quando è insieme ai genitori, ai fratelli e, più in generale, ai familiari. Inoltre, quasi 4 giovani su 10 (il 38,5%), ammettono di non conoscere personalmente almeno la metà degli amici o dei ‘follower’ che hanno sui Social.

Di qui la necessità da parte degli istituti scolastici di promuovere percorsi di educazione alla consapevolezza digitale e aiutare le famiglie ad acquisire gli strumenti necessari a identificare tempestivamente segnali di sofferenza.


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