Una questione infinita: l’immigrazione | Corriere dell’Irpinia

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Di Nino Lanzetta

“Spezzeremo le reni alla Grecia” tuonava tronfio Mussolini da palazzo Venezia; “Hanno rotto il c… a me” replicava Tognazzi ne “La stanza del vescovo” film del 2001. “Mai più stranieri in Italia, faremo il blocco navale“ assicurava la Meloni in campagna elettorale. Andata al governo ha inasprito norme restrittive e ciniche per chi osava aiutare i naufraghi e,nel frattempo, gli sbarchi sono decuplicati e i migranti vengono sballottolati su e giù per la penisola alla ricerca di un fantomatico porto sicuro o vengono lasciati morire in mare e a centinaia perfino sulla spiaggia di Cutro senza riuscire a capire chi abbia impedito alle navi inaffondabili della guardia costiera di uscire a salvarli. Una tragedia disumana e crudele! A volte la storia si ripete, perfino in peggio. Appena insediata la Meloni ha creato il primo incidente diplomatico con Macron, continuando, poi, a creare nemici fittizi e accusando l’Europa di non voler difendere le nostre coste, come se noi non fossimo l’Europa. Di recente il Ministro dell’interno francese ha definito la Meloni incapace di risolvere i problemi migratori, dando luogo ad un altro incidente diplomatico. La verità è che la questione migranti è più complessa di quanto si possa pensare e non si ve con espedienti e misure parziali ma con provvedimenti di lunga portata che coinvolgano tutti gli Stati e presuppongono una politica su più fronti e più efficace Pensare di fermare milioni di persone che fuggono dalle guerre, dalla fame, dalle malattia da territori saccheggiati da faide tribali e sfruttati da tutti i paese cosiddetti civile, con la propaganda e il populismo è puro esercizio verbale. Non si può continuare a parlare -riferendosi agli stranieri- di “sostituzione etnica” come fa il ministro Lollobrigida o di “carico residuale” come fa il ministro Piantedosi, né si può sottacere che l’Italia ha bisogno di immigrati per la continua diminuzione della nascite che la stessa Confindustria stima in 500.000.all’anno, Noi siamo ancora alla Bossi Fini – la legge che regola l’immigrazione nel nostro Paese, e dimentichiamo che abbiamo firmato e siamo vincolati ai trattati di Dublino che sicuramente andrebbero cambiati con la diplomazia e le giuste alleanze in Europa e non con la Polonia, la Repubblica ceca la Slovacchia e l’Ungheria che sull’immigrazione non si dimostrano nostri amici. Quanto poi all’accoglienza e all’integrazione, alla concessione della cittadinanza per lo ius soli (nascita in Italia) o culturae, (frequenza di scuole in Italia) siamo ai tempi dei barbari.


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