La data del voto non è ancora stata decisa: le regionali potrebbero esserci quest’anno o nel 2026. Alle urne: Campania, Marche, Toscana, Puglia, Veneto e Valle d’Aosta. Le regionali saranno un banco di prova decisivo per il Governo e per l’opposizione di centrosinistra. Per ora, il centrodestra è in vantaggio, anche nel 2024 si votava in sette regioni: solo tre conquistate dal centrosinistra
La prima è stata la Sardegna, dove ha vinto Alessandra Todde, esponente del M5s, alla guida del centrosinistra, battendo Paolo Truzzo del centrodestra. Il modello “Campo largo” ha funzionato ma la presidente ora rischia. Si potrebbe tornare al voto: Todde è stata infatti dichiarata decaduta dal Collegio regionale di garanzia elettorale per inadempienze nella gestione delle spese durante la campagna elettorale. Il Collegio non si è ancora pronunciato definitivamente. Anche la Procura è al lavoro.
Il centrosinistra ce l’ha fatta in Emilia-Romagna grazie a Michele De Pascale, che è succeduto a Stefano Bonaccini, eletto europarlamentare pd. Un bel successo il centrosinistra l’ha ottenuto in Umbria con Stefania Proietti che ha battuto la president uscente del centrodestra Donatella Tesei.
In tutte le altre tornate elettorali del 2024 si è affermato il centrodestra. In Liguria, con Marco Bucci, indipendente, candidato dopo le dimissioni di Giovanni Toti, indagato per corruzione. Niente da fare per Andrea Orlando del Pd.
In Piemonte, è stato confermato Alberto Cirio, di Forza Italia; in Basilicata, rieletto Vito Bardi, sempre di Forza Italia; Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, governa in Abruzzo.
Per il momento, siamo 13 a sette per il centrodestra.
Campania
Il nodo, si sa, è Vincenzo De Luca. Lo scorso 5 novembre, ha fatto approvare dal consiglio regionale una legge elettorale che limita a due i mandati, ma proprio a causa di questa norma che azzera i mandati precedenti, paradossalmente, il governatore è di nuovo ricandidabile. Il 9 gennaio scorso il governo ha impugnato la norma di fronte alla Corte costituzionale, che si pronuncerà il prossimo 9 aprile.
Il centrosinistra potrebbe farcela se unito. Anche diviso, magari, considerando che il centrodestra in Campania non è fortissimo. Nel centrodestra decideranno i partiti. Tra i papabili alla presidenza avanza il sottosegretario agli Esteri, Edmondo Cirielli per Fratelli d’Italia, mentre la Lega insiste sul coordinatore regionale del partito, il deputato Giampiero Zinzi. Dopo lo scandalo Huawei, fuori dai giochi l’europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia, Fulvio Martusciello. O anche potrebbe accettare l’investitura a candidato alla presidenza, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Per il momento i nomi sono questi.
Marche
Il centrosinistra ha dominato fino al 2020, quando è stato eletto Francesco Acquaroli, di Fratelli d’Italia. La sua ricandidatura è quasi certa. A sfidarlo, si dice, Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro, alla guida del centrosinistra modello “Campo largo”. Alle Europee, Ricci è stato eletto europarlamentare con oltre 50mila preferenze. “Penso che Ricci non ha alternative, è la scelta su cui la sinistra dovrà andare – ha detto Acquaroli -. È una figura che ha ottenuto un riscontro sul territorio e con esperienza (è stato presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e sindaco di Pesaro), un avversario di tutto rispetto”.
Puglia
Dopo l’elezione di Raffaele Fitto a governatore, nel 2000, il centrodestra in Puglia non ha più vinto. Si sono succeduti Nichi Vendola, esponente della Sinistra, e Michele Emiliano del Pd. Potrebbe essere candidato a presidente della Regione un parlamentare europeo pd: Antonio Decaro, ex sindaco di Bari. Da chiarire la posizione dei 5stelle, che nelle ultime due tornate elettorali non hanno fatto parte dell’alleanza di centrosinistra. Per il centrodestra si parla della candidatura di Francesco Paolo Sisto, attuale viceministro della Giustizia e coordinatore di Forza Italia a Bari. Tra i papabili, il direttore (del TgNorba, ndr) Vincenzo Magistà.
Toscana
In Toscana, il centrosinistra ha sempre vinto. Eugenio Giani sarà ricandidato governatore, ma il “Campo largo” è tutto da costruire. Il M5s nel 2020 aveva scelto la corsa in solitaria. Il centrodestra potrebbe puntare su Alessandro Tomasi, di FdI, attuale sindaco di Pistoia. Forza Italia chiede le primarie interne.
Veneto
Il Veneto è il fortino della Lega. Il governatore Luca Zaia è alla fine del terzo mandato. La legge elettorale non gli permette la ricandidatura, ma i sondaggi danno il “Doge” vincente. “Il mio mandato – ha dichiarato Zaia nei giorni scorsi – sta finendo, poi non so se sono ricandidabile, nel senso che questi 5 anni si concluderanno, nel bene o nel male, a meno che non accada che ci possa essere una proroga, ad autunno 2025, quindi fra 8 mesi, più o meno”.
Si cerca una alternativa: Elena Donazzan, assessore in quota FdI, o Flavio Tosi, ex sindaco di Verona forzista che sfidò proprio Zaia nel 2015. Nel centrosinistra circola il nome di Andrea Crisanti, microbiologo e senatore del Pd.
Aspettando le Politiche
Le Regionali serviranno a cristallizzare i rapporti di forza tra le coalizioni alla vigilia delle Politiche del 2027, per verificare gli equilibri interni agli schieramenti e la tenuta delle leadership nelle forze politiche.
Giuseppe Conte, presidente dei 5s, si gioca tutto, ma anche Elly Schlein non può fallire se vuole tenersi la guida del partito. I 5stelle rischiano di implodere definitivamente (alle scorse Regionali si sono fermati sotto il 5 per cento), i dem di andare a congresso. Matteo Renzi, segretario nazionale di Italia Viva, e Carlo Calenda, di Azione, devono salvarsi per non scomparire, devono dare un senso, che non sia il loro protagonismo alle loro iniziative elettorali.
Avs di Nicola Fratoianni può confermare il trend positivo, già visto alle scorse regionali. Matteo Salvini, capo della Lega, si gioca forse la sua ultima carta; Giorgia Meloni invece testa la reale consistenza di Fratelli d’Italia e la credibilità del governo. E ancora, Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, può affermarsi come punto di riferimento dei moderati.
Nel centrodestra, il duello è tra Fratelli d’Italia e Lega: Meloni deve dimostrare che il suo partito ha un radicamento anche sul territorio e non va forte solo a livello nazionale, mentre per a Lega si tratta di una verifica del radicamento che ha già e che è stato sempre la sua forza. Nel mezzo, i forzisti che sempre più diventano alternativi ai sovranisti.
In fatto di alleanze, le Regionali potrebbero rivelare quanto il centrodestra è unito – come sempre molto probabilmente lo sarà – e se il “Campo largo” funziona o no, se si tratta di una alleanza consolidata e vincente. Se i moderati hanno deciso finalmente con chi stare, senza cambiare idea ogni giorno.
Il voto d’autunno o di primavera sarà un assaggio delle Politiche, la prima vera prova per le alleanze, i leader, partiti prima del voto nazionale del 2022.
Chi governa le regioni
Chi governa le regioni
1) Lombardia: Attilio Fontana, 2023, Lega
2) Trentino Alto Adige: Arno Kompatscher, 2024, indipendente di centrodestra
3) Veneto: Luca Zaia, 2021, Lega
4) Friuli-Venezia Giulia: Massimo Fedriga, 2024, Lega
5) Liguria: Marco Bucci, 2024, indipendente di centrodestra
6) Piemonte: Alberto Cirio, 2024, Forza Italia
7) Toscana: Eugenio Giani, 2020, Pd
8) Umbria: Stefania Proietti, 2024, indipendente di centrosinistra
9) Emilia Romagna: Michele De Pascale, 2024, Pd
10) Marche: Francesco Acquaroli, 2020, Fratelli d’Italia
11) Abruzzo: Marco Marsilio, 2024, Fratelli d’Italia
12) Lazio: Francesco Rocca, 2023, indipendente di centrodestra
13) Campania: Vincenzo De Luca, 2020, Pd
14) Molise: Francesco Roberti, 2023, Forza Italia
15) Basilicata: Vito Bardi, 2024, Forza Italia
16) Calabria: Roberto Occhiuto. 2021, Forza Italia
17) Puglia: Michele Emiliano, 2020, Pd
18) Sicilia: Renato Schifani, 2022, Forza Italia
19) Sardegna, Alessandra Todde, 2024, M5s
20) Valle D’Aosta, Renzo Testolin, 2023, Union Valdôtain