UNIAGRI in prima linea nella battaglia in difesa delle comunità delle aree interne. “La crisi che oggi affligge l’agricoltura – si legge nella nota di Uniagri – è solo la punta dell’iceberg di una più ampia emergenza socio-economica che sta svuotando i nostri territori. L’agricoltura non è solo un settore produttivo, ma un motore vitale per la nostra terra, la nostra cultura e la nostra stessa sopravvivenza. Lo spopolamento, la chiusura delle scuole, l’abbandono delle attività locali, il degrado delle infrastrutture: tutto questo segna la fine di una vita comunitaria che si è sempre costruita attorno alla terra. Senza giovani, senza agricoltori, i nostri paesi sono destinati a morire. È solo questione di tempo Di qui la necessità di far sentire la nostra voce”.
Lunedì 10 febbraio, alle ore 10, Uniagri sarà in Piazza Plebiscito ad Ariano, con cinque trattori e un corteo di cittadini uniti dalla stessa lotta per poi consegnare al sindaco di Ariano il documento che chiede ufficialmente la dichiarazione dello stato di crisi dell’agricoltura, dell’allevamento e dei braccianti. “La nostra richiesta rivolta al Sindaco di Ariano – si legge nella nota Uniagri – è rivolta a tutti i sindaci della provincia ed è chiara e urgente: salvare l’agricoltura significa salvare il futuro di tutti. L’agricoltura è la chiave per mantenere viva la nostra terra: gli agricoltori sono i custodi di un patrimonio che non si limita alla produzione di cibo. Proteggono il paesaggio, mantengono vive le tradizioni, garantiscono prodotti sani e di qualità. Se oggi le nostre aziende agricole chiudono, domani le nostre tavole saranno colme di alimenti importati e le sagre che dovrebbero celebrare i sapori e le traduzioni del nostro territorio perderanno ogni senso. Un cittadino abita una casa, ma un agricoltore abita e custodisce la terra. Senza agricoltori il nostro territorio diventa più fragile e abbandonato. Eppure, chi lavora ogni giorno per il bene comune è invisibile, senza il giusto riconoscimento del proprio ruolo comunitario, senza tutele, senza alcun supporto dalle istituzioni. Quale sindaco può dire che questi problemi non esistono? Questo è il momento per tutti i sindaci della provincia di prendere una posizione. Il silenzio non è più una risposta, siamo certi che i nostri amministratori sceglieranno di stare dalla parte del loro territorio e della loro gente schierandosi a nostro fianco. Invitiamo tutti a unirsi alla nostra mobilitazione: questa non è solo una protesta agricola, è un appello a chiunque creda in un futuro per queste terre, per il nostro paesaggio, per il nostro cibo”.