C’è anche l’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino tra i sei grandi ospedali italiani (gli altri sono Asst Spedali civili di Brescia, Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Irccs Aou di Bologna, Policlinico Tor Vergata e Policlinico di Bari) che hanno fornito alla Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) la fotografia dei pazienti Covid positivi ricoverati il 5 gennaio scorso. Dallo studio elaborato dalla Federazione è emerso, tra l’altro, che il 34% dei degenti non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia da Covid-19, ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie, come ictus, infarti, gravidanze o traumi, e al momento del tampone pre-ricovero è risultato positivo al virus Sars-Cov-2. Un dato che era stato già evidenziato dal Direttore Generale dell’Azienda Moscati, Renato Pizzuti, e che viene confermato anche dalle caratteristiche anamnestiche dei pazienti positivi attualmente ricoverati.
«La rilevazione – sottolinea il manager Pizzuti, peraltro Coordinatore Fiaso Campania -, per quanto riferita a un limitato numeri di ospedali, riguarda comunque un campione di pazienti ricoverati in Aziende di rilievo. Emerge una sostanziale differenza tra le precedenti ondate pandemiche e l’attuale. Infatti, un terzo dei pazienti risulta affetto da patologie acute o croniche e spesso la positività al virus SARS-CoV-2 è un rilievo occasionale. Ciò significa, in termini assistenziali, che la gestione dei pazienti positivi al Covid non può più essere limitata ad ambienti di Medicina Interna, ma va orientata, per una parte di essi, verso reparti specialistici. Proprio partendo da questa valutazione, l’Azienda Moscati si è già organizzata, affidando un numero significativo di degenti alla gestione delle singole specialità, come ad esempio la Cardiologia, l’Ortopedia, l’Oncologia, che prendono in carico direttamente il paziente secondo le patologie da cui è affetto».
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