Urbanistica: ad Avellino è ritorno al passato – IL CIRIACO

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Avellino- “Nei giorni scorsi è stata presentata in Commissione Urbanistica una proposta di delibera di Giunta, su indicazione dell’assessore al ramo, per adottare misure a sostegno del settore edilizio, pesantemente colpito dall’emergenza Covid,in particolare il provvedimento punta a ridurre “ i costi di costruzione” e gli “oneri di concessione”. In un passaggio della delibera (ultimo comma) si introduce di fatto una nuova regola di attuazione del Puc che poco ha a che fare con la riduzione degli oneri concessori per interventi di ristrutturazione edilizia sul costruito. Il provvedimento sembra sostenere una equivalenza urbanistica di tipo attuativo, cioè a pezzi di urbanizzazione da realizzare come verde, parcheggi, corrispondono pezzi di piani urbanistici attuativi per le parti più appetibili il mercato immobiliare. Verrebbero dunque realizzati parti di comparti edilizi o di piani attuativi senza rispettare le indicazioni generali del Puc che prevedono la progettazione e poi la realizzazione dell’’intero comparto o Pua. Se fosse questo l’obiettivo è importante chiedere una valutazione ed un riscontro puntuale rispetto alle previsioni del Puc”. E’ questa l’analisi di “Si Può”. L’associazione politico culturale, presente in consiglio comunale con il capogruppo Amalio Santoro, analizza il lavoro dell’amministrazione Festa in merito all’urbanistica. “Qual è lo scenario ipotizzato o previsto rispetto ai frazionamenti dei piani attuativi? Quali parti della città interessano? Quali ambiti del Puc? Ancora più subdola si presenta la norma se si consente la realizzazione per intero delle parti residenziali, commerciali, terziarie così come previste nel Pua, coerentemente con gli indici urbanistici del Puc, consentendo però la realizzazione soltanto di pezzi di urbanizzazione non sufficienti a coprire la quantità di dotazioni territoriali per la nuova città che attua il Puc. E’ singolare – si legge nel documento di Si Può– che in un provvedimento di natura “fiscale” ed economica si inserisca un’ambigua misura urbanistica che potrebbe ulteriormente stravolgere il volto della nostra città! La “regola” ipotizzata può trovare una più logica collocazione all’interno degli Atti di Programmazione degli interventi (API), gli attuali scadono nel maggio del 2021, che ogni triennio vengono approvati e dunque discussi, valutati, modificati in Consiglio Comunale. E’ necessario fare immediatamente chiarezza! Si intende dunque realizzare i PUA per stralci funzionali? Il collaudo delle opere di urbanizzazione primaria di un PUA non riguarderà più l’intero complesso di dotazioni territoriali? Come si farà a definire collaudabile l’intero PUA se fossero realizzate per intero le volumetrie a fronte di una parziale quota di dotazioni pubbliche? Il Sindaco e la Giunta devono dunque riferire al Consiglio Comunale, far conoscere come vogliono “trasformare” la città. Il provvedimento che intendono adottare alimenta interrogativi inquietanti, in particolare sulle garanzie per la collettività rispetto alla effettiva e totale realizzazione delle dotazioni territoriali. Avellino rischia di tornare alle vecchie “lottizzazioni” dei PRG, alle stagioni amministrative più oscure. Si Può intende avviare da subito e senza infingimenti il confronto nel Consiglio Comunale e nella comunità cittadina per decidere del futuro urbanistico del Capoluogo, sia in termini strutturali che attuativi”.

 

 

 



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