Priorità al personale sanitario, medici, infermieri, operatori delle rsa e dell’assistenza domiciliare. E’ questa la scala gerarchica che sta seguendo la campagna di vaccinazione iniziata il 27 dicembre in tutta Europa, Irpinia compresa con le prime cento inoculazioni al personale dell’ospedale “Moscati” in attesa dell’avvio della fase uno nelle strutture ospedaliere e sanitarie gestite dall’Asl che dovrebbe iniziare non oltre metà gennaio. Ma all’appello c’è una larga fetta di medici che rischia di restare fuori dalla prima tranche di vaccinazioni, si tratta di quei professionisti non convenzionati con il sistema sanitario nazionale ma che comunque operano, a stretto contatto con le persone, in studi e laboratori privati.
A lanciare l’allarme è il presidente dell’Ordine dei Medici di Avellino Francesco Sellitto: «il problema è che la vaccinazione, in questa prima fase, è prevista per i medici dipendenti e convenzionati con il servizio sanitario nazionale, ma non per tutti gli altri che comunque operano a tutela della salute dei cittadini, compresi molti pensionati che hanno prestato la loro attività volontariamente nei servizi Covid, o gli odontoiatri che sono a strettissimo contatto con i loro assistiti, tutti i liberi professionisti che fanno attività ambulatoriale e visitano persone quotidianamente. Non vaccinare questa fascia di medici nella prima fase della campagna, può rappresentare un problema perché anche loro possono infettarsi e diventare vettori del virus. L’Ordine dei Medici si è fatto portavoce di questa che è una problematica seria, abbiamo preparato un documento condiviso con gli altri ordini provinciali della Campania e lo abbiamo presentato sia in Regione che, tramite la Federazione nazionale, anche al Ministero. Da notizie che abbiamo ci sono alcuni emendamenti alla norma, che credo possa essere accettato. Attendiamo con fiducia che chi di dovere, in questo caso il Governo, intervenga per porre rimedio ad un’anomalia che rischia di mettere in discussione la sicurezza di medici e dei loro assistiti, e che vengano inviate alla Regione le dosi vaccinali necessarie a coprire tutta la platea dei camici bianchi. Solo in Irpinia parliamo di circa 1000 professionisti che, al momento, sono esclusi dalla campagna vaccinale della prima fase. Sottoporli all’inoculazione tra mesi, quando arriverà il loro turno da liberi cittadini, significa rischiare molto soprattutto se, come sembra, ci sarà una terza fase di recrudescenza dei contagi».
Intanto da oggi al 2 gennaio, è previsto in Campania l’arrivo dei 35mila vaccini attesi per l’inizio della campagna riservata a tutti gli operatori sanitari delle Asl e degli ospedali del territorio. L’adesione di medici, infermieri e operatori sanitari e delle Rsa, sia in provincia di Avellino che a livello regionale è del 90%. E’ quanto emerso dal vertice tenuto nella mattinata di ieri tra il Presidente Vicenzo De Luca e i manager di Asl e aziende ospedaliere.
La somministrazione potrà partire, stando a quanto disposto dall’Unità di Crisi, già dal 31 dicembre nei 27 hub individuati su tutto il territorio, in Irpinia per il momento fungeranno da punti di somministrazione gli ospedali “Frangipane” di Ariano Irpino e “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi. Inoltre, alla luce della comunicazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco che autorizza ad estrapolare da ogni fiala non cinque ma sei dosi, e questo permetterà alla Campania di avere circa settemila dosi in più.