Vecchioni porta a Bisaccia il suo L’Infinito Tour, l’Irpinia in fermento per il concerto del poeta della musica italiana

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Una poeta, più forte di mode, luoghi comuni e conformismi. Ottant’anni compiuti, una laurea in Lettere, la passione per l’Inter. E’ l’intera Irpinia ad attendere il concerto di Roberto Vecchioni, in programma il 14 agosto, alle 21.30, in piazza Duomo, a Bisaccia con il suo “L’Infinito Tour”, vero fiore all’occhiello dell’estate della provincia. Nel suo ultimo album ha coinvolto Francesco Guccini nella canzone “Ti insegnerò a volare” dedicata d Alex Zanardi fino alle canzoni dedicate all’attualità e alla riflessione: per esempio “Giulio” è ispirato alla storia di Giulio Regeni; “Cappuccio rosso” ispirata ad Ayse, una guerrigliera che muore contro l’Isis; “Formidabili quegli anni” un brano autobiografico che parla del ‘68. Vecchioni ripercorrerà la sua carriera, da “Ragazzo sogna” a “Samarcanda”, da “Chiamami ancora amore” a “Le lettere d’amore”, brani capaci di raccontare la vita con le sue sofferenze e i suoi dolori, e si racconterà al pubblico a partire dalla passione per la letteratura di un uomo che ha insegnato per quarant’anni latino e greco ai ragazzi del liceo, e che vuole continuare a insegnare la Bellezza e l’amore per la vita.

«L’Infinito è uno spettacolo che parte da un’idea precisa: l’infinito non è al di fuori di noi, non è introvabile, ma è dentro di noi, nella nostra anima e nelle nostre emozioni – spiega Vecchioni – tutta la prima parte dello spettacolo è giocata sul nuovo disco e sui personaggi che hanno battuto il destino, hanno combattuto il male, hanno amato la vita, gli altri e se stessi. Emerge un mio concetto recente, nuovo, di grande amore per tutto ciò che si fa e si vive. La seconda parte dello spettacolo, invece, è una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima, che mostrano come si è arrivati a questo concetto di infinito attraverso pensieri particolari sull’amore, sul sogno, sull’esistenza, sul dolore, sulla gioia, sulla felicità… e come poi tutte queste piccole cose si siano ricomposte in un’unica idea, che è quella di amare la vita comunque sia, bella o brutta perché in realtà è sempre bella. Siamo noi che a volte la immaginiamo in un altro modo».


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