Venti anni dalla tripla per la promozione. Capone: “Un ricordo indelebile” – IL CIRIACO

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Claudio Capone

Una delle più grandi emozioni della pallacanestro avellinese. Forse la più forte, la più significativa. Cade oggi il ventennale della storica tripla di Claudio Capone a Jesi e della promozione in massima serie della Scandone Avellino. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, ma il ricordo di quell’incredibile stagione iniziata tra lo scetticismo di tutti e culminata con il 3-1 strappato nelle Marche rimane vivo nel popolo cestistico irpino, da sempre attaccato a quel momento come alla nascita di un figlio. Alla nascita di un sogno chiamato Serie A1 e durato 19 anni.

In quell’occasione, come risaputo, fu Claudio Capone a ergersi ad eroe, con una tripla che è rimasta il simbolo della resilienza irpina e che fece esplodere i tantissimi tifosi biancoverdi accorsi a Jesi inseguendo un sogno.

Per rivivere questa emozione abbiamo intercettato proprio Capone, ancora affezionatissimo ad Avellino.

Oggi è il ventennale della storica promozione e della sua storica tripla.

“Non c’è neanche bisogno di fare tanti giri di parole: questo è un giorno che rimarrà sempre nei ricordi di tutti, da me ai tifosi. Spero che il ricordo di questi episodi così belli possa tenere accesa la speranza ad Avellino e che la Scandone possa tornare ad essere per tanti anni un punto di riferimento. Quella magica serata è stata una fortuna perché è diventata un punto di riferimento anche in questo momento di grande incertezza e funge da sprono per tenere viva la speranza. Mi auguro che la passione ad Avellino possa tornare ad essere quella degli anni scorsi. Adesso non è il momento di mollare la presa e c’è bisogno di comprendere che per tornare ai livelli a cui eravamo abituati ci vorrà tempo e lavoro”.

Proprio a questo proposito negli ultimi giorni sono successe tante cose in città in merito all’idea di acquisire un titolo per la partecipazione alla prossima A2. Lei ha seguito la vicenda? Che idea si è fatto?

“Ho seguito la vicenda e devo dire da subito che ho molta fiducia nelle parole di Menotti. Sono sicuro che loro non volessero creare nessun tipo di conflitto e che volevano solo creare una specie di ciambella di salvataggio per il basket avellinese. Perdere il basket ad Avellino non fa piacere a nessuno ed è stato giusto iniziare questo progetto. Se può essere Scandone ben venga ma i progetti devono essere validi. Parlo per esperienza personale visto che qui a Chieti sono impegnato in una situazione simile con un settore giovanile che sfocia in una serie C. L’idea di avere altre realtà che si discostano dalla Scandone ma che possano essere d’aiuto per il futuro del movimento ad Avellino sia solo positivo”.

E tornando alla Scandone, cosa crede a proposito di questa idea di cercare il salto di categoria?

“So che queste compravendite di titoli sono ormai all’ordine del giorno ma non credo che ci riusciremo mai. Io sono sempre per una promozione sudata sul campo, ma se ci sono le condizioni posso capire la volontà di avere un prestigio maggiore. La cosa più importante è che tutto sia commisurato alle possibilità economiche e che ci sia progettualità. Io dico sempre che avere la serie A fa sicuramente lustro, ma ogni anno vediamo grosse difficoltà economiche da parte di tante società. Se si hanno le spalle coperte va bene cercare un titolo per costruire qualcosa che duri nel tempo, ma c’è sempre bisogno che si voglia appunto costruire. Prendere un titolo per far vedere un campionato di scarsa competitività che magari si chiude con 5 vittorie non è entusiasmante per nessuno. Un po’ come accade con Pesaro in questi anni. Ci sono pochi punti da seguire, ma solo fondamentali. Tutto deve essere sempre commisurato alle possibilità di creare un progetto serio e duraturo”.

 



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