La vertenza Industria Italiana Autobus è, probabilmente, all’ultima curva. Sul tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ci sono le due proposte per l’acquisizione delle quote pubbliche: Gruppo Seri e cordata Marchesini – Benedetto – Gruppioni – Stirpe.
Presso la sede del ministero di via Veneto ci sarà, nella giornata di mercoledì, un presidio di tute blu, alle quali si affiancherà un gruppo di studenti del movimento “Fridays for future. Mario Garagnani, responsabile automotive della Fiom di Bologna, commenta così:
«In un’economia votata al profitto a discapito dell’ambiente, aziende come IIA sono essenziali – dichiara Garagnani, che ha condiviso l’iniziativa con i colleghi di Fim e Uilm – per la trasformazione della società tutta. Crediamo che la vertenza in atto oggi non sia da chiudersi nei cancelli delle fabbriche del gruppo, ma sia di interesse della collettività nella sua interezza».
«Con questo spirito abbiamo deciso di confrontarci — aggiunge — anche con gli studenti di Fridays for Future e con i ricercatori del gruppo della campagna italiana per i Climate Jobs. IIA non deve diventare l’ennesima vittima della speculazione, ma il pilastro del futuro della mobilità. La transizione ecologica non è una minaccia, è una possibilità».
Il confronto con il mondo studentesco, «che per primo ha reclamato un cambio di passo nelle politiche industriali, è più che mai centrale — sostengono i sindacati — per costruire alleanze che portino una transizione giusta ed equa, creando nuova occupazione». Così come lo è il dialogo con il mondo della ricerca, «che ha il ruolo di costruire un’alternativa all’esistente».
I giovani della Bologna Fridays for Future sono già pronti e dai loro canali Facebook lanciano un appello: «Nella città che sta vivendo il grande cambiamento strutturale di Bologna 30, per ridurre le emissioni di un settore responsabile del 15% delle emissioni italiane come il trasporto pubblico non è accettabile rinunciare a un asset strategico come l’unica azienda nazionale produttrice di autobus». E ai suoi oltre 600 dipendenti fra Bologna e Flumeri.