Avellino – La soluzione per il prossimo consiglio comunale ancora non c’è, è questo l’esito della capigruppo che si è tenuta in mattinata presso la sala consiliare, la prima dal vivo dopo l’emergenza Covid. L’opposizione ribadisce la necessità di un luogo fisico e spunta anche il Palazzetto dello Sport, nel frattempo Ferdinando Picariello (M5s) propone la soluzione mista: una parte dei consiglieri in Aula e l’altra parte online, visto che l’attuale sala può ospitare massimo solo 22 persone. L’Ipotesi non convince il sindaco Festa: «Non sarebbe corretto verso coloro che dovranno partecipare in streaming». Il centro sociale “Samantha della Porta” viene definitivamente scartato perché non sufficientemente ampio, mentre per il Teatro “Gesualdo” c’è il problema delle chiavi che non sarebbero ancora state riconsegnate dal Teatro Pubblico Campano. Giovedì ci sarà un nuovo confronto in capigruppo alla ricerca di una soluzione. I lavori dell’Aula, quindi, restano fermi così come rimane in sospeso la discussione sulla vicenda movida che ha interessato il sindaco Festa, intanto il tempo passa con l’opposizione che accusa l’amministrazione di temporeggiare per non affrontare l’argomento.
«Se avessimo voluto sottrarci alla discussione lo avremmo potuto fare dicendo che ormai era passata, invece io sono stato il primo a dire di volermi confrontare», spiega il sindaco Festa al termine della capigruppo. «Se c’è ancora da chiarire qualche dubbio utilizzeremo il luogo che è deputato. Se avessero accettato di farlo online lo avremmo già fatto – prosegue Festa. La minoranza, legittimamente, ha chiesto di farlo in presenza, ma bisogna rispettare i parametri di distanziamento e altre cose. Non abbiamo tanti luoghi. Il Centro sociale è oggetto di lavori e quindi non è utilizzabile, oltre a non avere in metri quadri necessari. Sul Teatro c’è il problema della consegna delle chiavi risolvibile in poco tempo, ma poi va sanificato». Il primo cittadino sottolinea come, una volta individuata la struttura adatta, serviranno dei lavori e quindi delle spese da sostenere per poter svolgere un consiglio comunale. «Sia nel caso delle palestre comunali che del Palazzetto o del teatro dovremo effettuare degli interventi, tra cui la sanificazione. Si spendono un po’ di soldi. Per noi si possono continuare a fare online, anche perché non so se sia corretto spendere 10 mila o 20 mila euro per sanificare un ambiente per fare un consiglio in presenza piuttosto che online».
Il primo cittadino, dunque, si dice pronto ad affrontare l’aula sulla vicenda movida, confronto che l’opposizione ritiene urgente, ma proprio la richiesta della minoranza a farlo in presenza sta portando i tempi a dilatarsi. «Noi siamo disposti a confrontarci, se qualcuno ha un’urgenza di discussione allora la fai online, anche domani. O in streaming o in presenza cambia poco se vuoi discutere della vicenda – spiega Festa. Per farlo in presenza le norme ci impongono verifiche, distanziamenti, sanificazione, controllo. Insomma va organizzato il servizio». L’ultima proposta avanzata, quella del consiglio misto “in presenza-streaming” invece non piace al primo cittadino. «La scelta spetta ai consiglieri, ma onestamente non mi convince. Se va bene che ci siano dei consiglieri online, allora non capisco perché non si possa fare tutta la seduta online. Tra l’altro non sarebbe corretto nemmeno nei riguardi di tutti i consiglieri, perché qualcuno potrebbe stare in sala mentre altri no».
Sul tema specifico della vicenda movida, il primo cittadino sottolinea come al momento non sia stato convocato «da nessuno, è giusto che gli organi preposti svolgano il loro lavoro». Mentre per quanto riguarda la multa che ha ricevuto per gli assembramenti «non l’ho ancora pagata – dichiara. C’è un passaggio da chiarire su quanto mi viene contestato perché, se mi si accusa di aver preso parte ad un assembramento è un discorso, se invece si dice che sono stato io a causarlo allora non sono d’accordo».
Sull’esito dell’incontro di oggi interviene anche il presidente Ugo Maggio: «Le proposte sono varie, ma non c’è un accordo tra i capigruppo. La data andrà stabilita a breve. Nessuno ha la bacchetta magica per fare un consiglio in presenza, neanche l’opposizione nonostante faccia credere il contrario. Resta il fatto che, come ha sottolineato anche il Prefetto, i consigli vanno fatti in qualsiasi forma, anche online. Che la piattaforma possa essere adeguata o meno, dipende anche da chi si collega e dalle possibilità che ha a distanza. Nel caso della forma mista non so come si possa fare ad escludere qualcuno. Devono mettersi d’accordo i consiglieri». L’idea di un consiglio in parte online e in parte in streaming, però, non interrompe la ricerca di altri luoghi, oltre al teatro e al centro sociale. «Ci sono anche il Palazzetto dello Sport e le palestre comunali – spiega Maggio. Il problema non è il luogo in sé, ma i tempi necessari ad adeguarlo. Serve il collegamento ad internet, la registrazione adeguata altrimenti la seduta viene invalidata, quindi andranno fatte delle prove. Ci sono delle spese da sostenere e non per un singolo consiglio comunale, ma per un periodo di latenza che, ad oggi, non sappiamo quanto possa essere lungo. Dal 22 giugno potrebbero cambiare le normative quindi dobbiamo attendere quella data, altrimenti rischiamo di fare un contratto per sei mesi, che ci costerebbe circa 24 mila euro, che risulterebbe poi inutile se poi viene consentito di ritornare in Aula. Tra l’altro non è un contratto che fai dalla sera alla mattina».
Ad avanzare l’ipotesi di un consiglio misto è stato Ferdinando Picariello (M5s): «Una parte dei consiglieri starebbe in Aula e l’altra in streaming, chiaramente va adeguato il regolamento, ma è una idea che in altre realtà stanno già portando avanti». Al di là di quale sarà la soluzione, resta la posizione della minoranza sulle sedute in presenza, come sottolinea Amalio Santoro “Si può”: «I consigli comunali vanno fatti dal vivo visto che in via telematica sono impraticabili. Dopo giorni di approfondimento, ci troviamo con la questione del Teatro sospeso, con il paradosso che non sono state ancora prese le chiavi. C’è questa condizione di un luogo che è figlio di nessuno, cosa che si può risolvere in poche ore». Posizione ribadita anche da Ettore Iacovacci (Pd): «L’opposizione ha fatto alcune proposte, come quella mista facendo partecipare i vari gruppi a seconda della consistenza. C’è la convergenza del gruppo Vera, mentre c’è la resistenza di Davvero e Viva la libertà». Per quanto riguarda invece la delocalizzazione dei consigli comunali e i costi da sostenere, il capogruppo Pd sottolinea: «Quando l’amministrazione vuole spendere, i soldi li trova sempre. Tra l’altro non è vero che servono 32 microfoni, uno per ogni consigliere, basta un’unica postazione in cui ognuno si reca per il suo intervento».
Teatro, il Comune resta senza chiavi. Piscina, l’ente la rivuole