Villa romana scoperta sulle sponde del porto di Miseno

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In un’area già sottoposta a tutela da vincolo archeologico ministeriale per la densità di evidenze antiche disseminate nelle immediate prossimità di Punta Sarparella a Bacoli, dall’accesso al teatro romano di Misenum, al Collegio degli Augustali, al bacino interno del porto antico, è stata fatta una scoperta archeologica di portata eccezionale. In occasione dei lavori di rigenerazione urbana del Comune di Bacoli, è stato avviato un progetto di recupero e valorizzazione dell’area occupata in precedenza dall’ex Lido Piranha in funzione per oltre 20 anni, dal 1982, un ecomostro abusivo finalmente abbattuto in anni recenti (2007), che aveva gettato nel degrado e nell’abbandono una zona di grande valenza archeologica e paesaggistica, anche per lo sversamento di rifiuti speciali, a causa dei quali erano scattati i sigilli della Guardia di Finanza nell’ottobre del 2021.

A seguito di dissequestro e bonifica dell’intera area, sono stati avviati i lavori per la realizzazione di una villa comunale, per restituire alla pubblica fruizione uno degli accessi più spettacolari alla spiaggia di Miseno, per lunghi anni resa inaccessibile da rifiuti e sterpaglie, un progetto al quale ha partecipato attivamente la Soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli, intenzionata a supportare attivamente l’Amministrazione Comunale in questo progetto di riqualificazione.

Proprio durante le operazioni di sistemazione del piano di campagna, destinato ad ospitare il nuovo vialetto di accesso, le panchine e l’area giochi per bambini, grazie all’assistenza archeologica in corso d’opera prescritta dal funzionario responsabile della tutela, la dott.ssa Simona Formola, sono emersi i resti di quella che si è rivelata subito essere una monumentale villa romana, databile intorno al I secolo d.C., realizzata in opera reticolata di cubilia di tufo assai ben costruita, che si estende senza soluzione di continuità fino alla spiaggia e ai fondali antistanti. Sono stati individuati una decina di ambienti di grandi dimensioni con diverse fasi edilizie, piani di calpestio e tracce di rivestimento murario.

Tali evidenze sono probabilmente pertinenti a quello che resta di una delle terrazze della residenza del Prefetto della Flotta romana del Tirreno, la Classis Misenensis. Che delle strutture si conservassero in quella zona era già risaputo da alcune foto storiche di inizio ‘900 e da un rilievo pubblicato nel 1979 da Borriello-D’Ambrosio, il cui lavoro (Baiae-Misenum) costituisce ancora oggi la principale fonte per ricostruire la carta archeologica di Bacoli; così come lacerti di murature in opera reticolata sono tuttora visibili lungo la spiaggetta della Sarparella. Tuttavia, grazie ai lavori di bonifica – iniziati nel 2021 – è stato possibile rimuovere uno strato di terra e sabbia alto 70-80 cm misto alle macerie di risulta dalla distruzione del lido abusivo; le opere di rigenerazione urbana, poi, attualmente in via di completamento, hanno consentito una pulizia sistematica delle creste murarie ed individuare meglio l’estensione e l’articolazione degli ambienti, di fatto nascosti da oltre 50 anni.

L’ipotesi, ancora da verificare, che su Punta Sarparella fosse ubicata la residenza del Prefetto della Flotta, si basa sulla circostanza che quel luogo offrisse, per la sua posizione, la massima visibilità dell’intero bacino portuale ed un’ampia veduta sul Golfo intero; sarebbe stato questo, forse, il promontorio dal quale Plinio il Vecchio, che ricopriva la carica di Praefectus classis Misenensis, avrebbe visto l’eruzione del Vesuvio, e poi sarebbe salpato alla volta di Stabiae, per soccorrere gli abitanti delle diverse città costiere, minacciate dall’eruzione vesuviana.

La scoperta è ancor più eccezionale se si considera che ignoti sono ancora tuttora l’articolazione e lo sfruttamento degli spazi all’interno e intorno al porto romano per l’assenza quasi completa di dati che chiariscano le dinamiche organizzative della base logistica, le vie di comunicazione tra il porto e il resto della cittadina e l’ubicazione stessa del centro della Colonia di Misenum. L’individuazione di tali strutture in un punto nevralgico del territorio antico, prospiciente il bacino interno del porto romano, prossima all’ingresso del teatro di Misenum e all’area che doveva ospitare il foro cittadino, aggiunge un tassello di grande importanza alla conoscenza dell’articolazione del palinsesto insediativo antico.

In attesa di valutare un progetto di scavo estensivo della villa, che possa comprendere anche le strutture sommerse e semisommerse lungo la linea di costa, con contestuale valorizzazione dei resti archeologici in luce, attualmente è stato ben individuato e recintato il perimetro degli ambienti, e restituito, grazie anche alla prossima istallazione di pannellistica esplicativa, al pubblico godimento.


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