Sono le donne del Cif Aiello Del Sabato guidate da Connie Della Sala, sociologa e consiglieri comunale, Mariarita Marrone, assessora Cesinali, Stefania De Ciuceis insegnante Scuola Primaria a consegnare una riflessione nella Giornata Internazionale delle donne. “La violenza – si legge nella nota dell’associazione – è il segno più oscuro della nostra società, una ferita aperta che continua a sanguinare attraverso le generazioni. È un linguaggio di rabbia e paura, un’arma che spezza vite e sogni, lasciando dietro di sé cicatrici invisibili ma profonde. La violenza si insinua ovunque: nelle strade, nelle case, nelle parole, nelle istituzioni. A volte la vediamo con chiarezza, altre volte è nascosta dietro gesti quotidiani che sembrano innocui, ma che costruiscono un clima di terrore e prevaricazione. Ma c’è una violenza ancora più subdola, ancora più ingiusta: quella che colpisce le donne. Ogni giorno, in ogni parte del mondo, milioni di donne subiscono violenza solo per il fatto di essere donne. Vengono umiliate, minacciate, aggredite, uccise. Sono vittime nelle loro case, nei loro luoghi di lavoro, negli spazi pubblici. Sono vittime di un sistema che troppo spesso colpevolizza chi subisce e protegge chi fa del male. Non possiamo più chiudere gli occhi. Non possiamo più accettare il silenzio. Perché ogni donna ferita è una sconfitta per tutta l’umanità. Ogni vita spezzata è una responsabilità collettiva. È tempo di cambiare, di educare al rispetto, di denunciare, di proteggere, di tendere una mano a chi ha paura di parlare. La violenza non è mai un destino inevitabile. È una scelta. E noi possiamo scegliere di opporci, di essere voce per chi non ne ha più, di costruire un mondo in cui nessuno debba avere paura di essere se stesso. Non aspettiamo il prossimo nome da ricordare. Agiamo ora. Che l’8 marzo non sia solo una data sul calendario, non sia un giorno di fiori e auguri di circostanza: deve essere un momento di riflessione, di consapevolezza, di impegno, un impegno concreto: per educare al rispetto, per denunciare la violenza, per non voltarsi dall’altra parte. Perché un mondo senza violenza non è un sogno, ma una responsabilità di tutti. U
