Violenze fisiche e psicologiche all’ex compagna, ecco il racconto choc dei familiari

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Maltrattamenti e violenze fisiche e psicologiche durate per circa tre anni. Un inferno iniziato nell’aprile 2019, quando è iniziata la convivenza. Nella giornata di ieri, presso il Tribunale di Avellino, ha avuto luogo l’udienza a carico di un 26enne di Serino accusato di aver maltrattato l’ex compagna, mantenendo costantemente, nelle relazioni personali e familiari, un comportamento violento, minaccioso ed aggressivo. La donna, in una accorata escussione, ha raccontato le vessazioni psicologiche, angherie e violenze fisiche avvenute anche quando era in stato di gravidanza della figlia e, dopo la nascita, in presenza ed ai danni della bambina di soli tre anni. Vessazioni che avvenivano con cadenza quotidiana. Violenze sia verbali che fisiche. Nel corso della gravidanza, un esame medico fortunatamente errato, aveva ipotizzato che potesse essere presente la sindrome di down. Nel momento in cui la coppia apprese questa notizia, gli insulti aumentarono.
Quotidianamente il 26enne avrebbe percosso la vittima, a fronte di ogni minimo pretesto, a mani nude con calci, pugni e schiaffi ed anche con oggetti. La donna, inoltre, non poteva ricorrere alle cure mediche in quanto le sarebbe stato impedito di recarsi in ospedale. L’uomo, ancora, avrebbe vietato alla moglie di lavarsi, rivolgendosi alla donna con espressioni profondamente ingiuriose e affermando che, se voleva lavarsi, era per andare con altri uomini e costringendola quindi a vivere in condizioni di sporcizia, imponendole esclusivamente di svolgere i lavori domestici. Infine, l’uomo quando si trovava fuori casa, avrebbe chiuso la moglie e la figlia a chiave nell’abitazione, togliendole anche il cellulare.

Nella giornata di oggi in in udienza sono stati sascoltati i genitori della vittima, che hanno confermato quanto raccontato in aula dalla figlia. “Io ero preoccupato, la vedevo spenta. Mia figlia, in numerose occasioni, ha mostrato segni ed ecchimosi sul corpo. Riuscire a parlare della questione con mia figlia era complicato, l’ex compagno c’impediva ogni contatto. Purtroppo, dai primi momenti della sua frequentazione, non la riconoscevo più. Non era più la stessa persona”. Ha affermato il padre che, poi, ha descritto anche un momento in cui, la piccola nipote, aveva un livido all’altezza dell’occhio.

Successivamente, anche la madre veniva ascoltata sul banco dei testimoni: “Mia figlia, ogni volta che la incontravo, era “lercia”. Nella stessa condizione era mia nipote. Una bambina piccolissima, che deve essere protetta, non può essere lasciata in queste condizioni. Mia figlia, in più occasioni, aveva lividi ed escoriazioni sulla pelle”.L’udienza, poi, si è conclusa con l’esame dell’imputato: “Nell’arco della nostra relazione non abbiamo mai avuto un problema. Non le ho mai messo le mani addosso. Noi uscivamo regolarmente e non è vero che non la facevo lavare». A conclusione dell’udienza odierna, il difensore di fiducia dell’imputato, l’avvocato Alvira De Leo, chiedeva la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari poichè non sussiste il pericolo di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. La prossima udienza, adesso, è attesa per il 23 febbraio 2023.



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