Visionarie della libertà e architette d’Europa, le donne del Manifesto di Ventotene – Corriere dell’Irpinia

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di Rosa Bianco.

Nel tumulto della storia, tra le macerie delle dittature e il clangore delle guerre, si stagliano figure che, con la sola forza del pensiero e del coraggio, tracciano le vie del futuro. Il Manifesto di Ventotene, concepito nell’esilio forzato dell’isola pontina tra il 1941 e il 1944 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, è uno di quei documenti che, con impavida lungimiranza, hanno indicato all’umanità una strada di rinascita politica e civile. Tuttavia, dietro le parole incise su quelle pagine destinate a sfidare il tempo, vi furono menti e mani altrettanto determinanti, spesso dimenticate dalla grande narrazione storica.

Parliamo di Ada Rossi, Ursula Hirschmann e le sorelle di Spinelli, donne di straordinaria intelligenza e risolutezza che furono il motore instancabile della diffusione del Manifesto, portatrici di un’idea rivoluzionaria di Europa, concepita non come semplice aggregazione di Stati, ma come autentica casa comune fondata sui valori della pace, della democrazia e della giustizia sociale.

Ada Rossi: La ragione indomita

Ada Rossi, moglie di Ernesto, non fu una semplice testimone delle vicende del marito. Professoressa di matematica, con un carattere di ferro e una lucidità politica rara, si dedicò anima e corpo alla causa federalista, sfidando la dittatura fascista con una resistenza silenziosa ma inarrestabile. Fu lei, infatti, una delle prime a comprendere l’importanza del Manifesto e ad adoperarsi affinché le sue parole non rimanessero confinate tra le mura del confino. Nel 1943, dopo la caduta di Mussolini, riuscì a organizzare la diffusione clandestina del documento tra intellettuali e antifascisti, facendo da ponte tra il pensiero di Ventotene e la resistenza attiva.
Il suo ruolo fu strategico: se oggi il Manifesto è riconosciuto come il fondamento del progetto europeo, è anche grazie alla sua dedizione instancabile, che lo trasformò da un ideale astratto in una bandiera per le generazioni future.

Ursula Hirschmann: La passione rivoluzionaria

Se Ada Rossi rappresentò la fermezza razionale, Ursula Hirschmann fu il cuore pulsante della diffusione del federalismo europeo. Nata in una famiglia ebrea tedesca, aveva vissuto sulla propria pelle la violenza del nazismo e aveva compreso, prima di molti altri, l’urgente necessità di una nuova Europa capace di superare gli orrori del nazionalismo.
Compagna prima di Eugenio Colorni e poi di Altiero Spinelli, Ursula non si limitò a condividere la battaglia intellettuale, ma ne fu protagonista attiva. Fu lei, con un’audacia fuori dal comune, a portare di nascosto il Manifesto fuori da Ventotene, esponendosi a rischi enormi pur di far circolare quelle idee rivoluzionarie. Ma la sua opera non si fermò alla clandestinità: nel dopoguerra, divenne una delle fondatrici del Movimento Federalista Europeo e si impegnò instancabilmente per trasformare il sogno di Ventotene in un progetto politico concreto.
Ursula incarnava la consapevolezza che la libertà non è un dono, ma una conquista che richiede lotta, sacrificio e una visione capace di guardare oltre i confini del presente.

Le sorelle Spinelli: la memoria e la continuità

Accanto a queste due figure luminose, non possiamo dimenticare le sorelle di Altiero Spinelli, Gigliola e Fiorentina, custodi della memoria e della continuità dell’ideale federalista. Sebbene meno note, furono fondamentali nel tenere vivo lo spirito del Manifesto, garantendone la trasmissione alle generazioni successive.
Dopo la guerra, mentre il mondo si ricostruiva su vecchie divisioni e nuove tensioni, esse contribuirono a preservare e diffondere l’eredità del fratello, lavorando affinché il sogno di un’Europa unita non si perdesse nelle macerie della Storia.

Il loro esempio oggi

In un’epoca in cui l’Europa appare nuovamente attraversata da venti di divisione e nazionalismi risorgenti, la lezione di queste donne torna ad essere più che mai attuale. Esse ci insegnano che le idee hanno bisogno di coraggio per diventare realtà, che la libertà non è un privilegio acquisito, ma una responsabilità da difendere ogni giorno.
Se oggi possiamo parlare di Unione Europea, se possiamo credere ancora in un futuro di cooperazione e pace, è anche grazie a loro. Ada, Ursula, Gigliola e Fiorentina non furono solo figure di supporto ai grandi uomini di Ventotene: furono architette della Storia, costruttrici di un’Europa che ancora oggi fatichiamo a realizzare pienamente.
Ricordarle non è un atto di mera celebrazione, ma un imperativo morale. Esse ci indicano la via della resistenza contro l’indifferenza, la strada del pensiero contro l’inerzia del conformismo. E soprattutto, ci ricordano che il futuro non si attende, ma si costruisce, giorno dopo giorno, con il coraggio delle idee e la determinazione dell’azione.
Come disse Ursula Hirschmann, con la lucidità di chi ha vissuto la lotta e la speranza:
“L’Europa non cade dal cielo.”
È nelle nostre mani il compito di continuare ciò che queste donne straordinarie hanno iniziato.

 



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