Rosa Bianco
La rassegna musicale “Innamorati della Musica”, sotto la sapiente direzione artistica della Maestra Nadia Testa, ha offerto una riflessione profonda sul legame tra l’arte e l’anima, un’esperienza che ha coinvolto e arricchito lo spirito di tutti i presenti nella Sala delle Arti di Manocalzati. Il concerto del 15 marzo 2025, “WANDERER CELLO… un viaggio nella storia del violoncello”, non è stato solo un’esibizione musicale, ma un cammino attraverso il tempo e l’emozione, una meditazione sonora che ha trovato la sua voce più pura nelle mani del violoncellista Luca Provenzani e della pianista Fabiana Barbini.
Il programma, che abbracciava secoli di storia musicale, è stato un ponte tra epoche lontane, come se la musica, in un atto di pura alchimia, fosse riuscita a condensare i flussi del tempo in un’unica, straordinaria espressione. L’inizio con la Sonata in Sol maggiore BWV 1027 di J. S. Bach ha messo in risalto il dialogo tra silenzio e suono, tra l’essere e il divenire. L’”Adagio” iniziale, con la sua dolce malinconia, ci ha ricordato che la bellezza risiede anche nelle pause, nei momenti sospesi tra un movimento e l’altro, mentre l’”Allegro ma non tanto” ha rivelato la ricerca di una verità che non può mai essere definita, ma che si trova nel continuo divenire delle note.
Il brano successivo, “Kol Nidrei” op. 47 di Max Bruch, ha trascinato l’ascoltatore in una riflessione sul dolore, sull’identità e sulla memoria. Ogni nota di Provenzani sembrava tracciare le cicatrici invisibili della storia, mentre la sua interpretazione, intima e profondamente sentita, ha reso tangibile la lotta tra la luce e l’ombra, tra il passato e il presente. Il violoncello, in questo caso, non è stato solo uno strumento, ma un veicolo per l’anima, un ponte tra il visibile e l’invisibile.
Infine, la Sonata per violoncello e pianoforte op. 5 n. 2 di Beethoven ha rappresentato un’apoteosi filosofica: il “Rondo: Allegro” ha concluso il viaggio con una scintilla di energia vitale, come se, dopo il dramma e la riflessione, la musica stessa avesse trovato un suo equilibrio dinamico. L’”Adagio sostenuto ed espressivo” e l’”Allegro molto, più tosto presto” hanno suggerito il continuo oscillare tra serenità e urgenza, tra meditazione e azione, un’eterna danza tra il desiderio e la realizzazione.
La serata, dunque, non è stata solo una celebrazione del virtuosismo tecnico, ma una riflessione esistenziale sull’essere umano, sulla sua capacità di comunicare attraverso il linguaggio universale della musica. La rassegna, nel contesto dei Choco Classical Concerts, ha offerto non solo un’opportunità di ascolto, ma anche di introspezione e connessione profonda con la propria essenza, nella ricerca di un equilibrio tra arte e vita.
Come perfetta chiusura di un’esperienza che ha trasceso il semplice concerto, cioccolata calda, goloserie e la Lotteria “Innamorati della Musica” hanno aggiunto un tocco di calore e convivialità, celebrando il fatto che la musica, come la vita, non è solo un’esperienza solitaria, ma un atto condiviso. Un invito a ricordarci che, al di là delle note e delle emozioni, è nel legame umano che risiede la vera armonia.